Una corsa contro il tempo, dall'esito decisamente incerto.
Cosi' una fonte vicina al dossier ha definito l'eventualita' che
si possa effettivamente giungere alla definizione di un piano di
salvataggio della galassia Burani. Il termine entro il quale
cercare di mettere insieme un piano e' quello del 27 gennaio
prossimo quando e' in programma, davanti al giudice Roberto
Fontana, l'udienza al tribunale di Milano per l'istanza di
fallimento, presentata dai Pm Luigi Orsi e Mauro Clerici, nei
confronti della Burani Designer Holding Nv, holding lussemburghese
dei Burani. Il timore e' che, in mancanza di un accordo, la stessa
sorte possa toccare anche alle societa' operative.
Serve quindi che a quella data si arrivi se non con un piano,
almeno con una bozza che possa consentire al Tribunale di accettare
la richiesta di rinvio dell'udienza che quasi certamente verra'
presentata dai legali della societa'. Quel che e' certo e' che il
procedimento deve avvenire a tappe forzatissime. Nei prossimi
giorni innanzitutto la famiglia Burani dovra' sciogliere la riserva
e decidere quali asset dare a garanzia del proprio impegno nel
piano di ristrutturazione. Quasi certamente verra' girato il di
controllo di GreenHolding, la finanziaria cui fanno capo, tra
l'altro, il 50,18% di Greenvision Ambiente e il 56,85% di Bioera.
Una volta conferiti gli asset questi dovranno essere periziati. In
questo senso, secondo quanto si apprende, si starebbe gia' muovendo
lo studio legale Dewey&Leboeuf, che assiste i Burani.
L'operazione, spiegano le fonti, e' tutt'altro che veloce.
La perizia presuppone la scelta di un advisor finanziario. Nelle
ultime settimane i nomi circolati sono due: Mediobanca e Banca
Leonardo. In realta', spiega una fonte vicina al dossier, la scelta
non potra' che ricadere su Piazzetta Cuccia. Il ritorno a
Mediobanca e' l'unica via possibile visto che da sempre segue i
Burani e aveva gia' iniziato a gestire il dossier, prima
dell'abbandono. Chiunque altro dovrebbe studiarsi tutto
l'incartamento, operazione che richiederebbe un tempo che le parti
non possono prendersi.
Una volta periziati i beni, e assumendo che il loro valore sia
almeno di 50 mln di euro, cifra ritenuta necessaria per procedere
al piano, e una volta individuata la tempistica necessaria alla
loro liquidazione, bisognerebbe portare il piano alle banche per
avere la loro approvazione e la loro disponibilita' a essere
flessibili sui tempi e sui modi del rientro dei rispettivi
crediti.
Domani e' in calendario un incontro fra la sessantina di
istituti creditori per analizzare l'ipotesi di un concordato
preventivo, procedura che comunque dovrebbe essere attivata dagli
azionisti delle societa' del gruppo Burani.
Quella di domani sara' una riunione puramente esplorativa tanto
piu' che gli istituti di credito sono sideralmente lontani
dall'avere una posizione condivisa sull'eventualita' di aderire al
concordato. Glm